Il rendimento del buono fruttifero postale può anche essere stato tagliato per legge. Ma se nessuno lo ha comunicato al “Risparmiatore” interessato la decurtazione non vale e le Poste sono tenute a versare l’importo per intero. A deciderlo è stato il Giudice di Pace Andrea Grammatico, che ha accolto i ricorsi presentati da una ventina di “Risparmiatori”.
La vicenda riguarda buoni fruttiferi serie M, N e O emessi in lire dal 1974 al 1986 con un rendimento trentennale a due cifre.
In passato questa tipologia di titoli consentiva ai “Risparmiatori” di intascare dopo trent’anni un discreto gruzzolo a fronte di un rischio pari a zero, visto che i buoni sono un prodotto emesso da Cassa Depositi e Prestiti e garantito dallo Stato.
Per il Giudice di Savona, però, la variazione unilaterale dei tassi rappresenta un’evidente violazione degli obblighi contrattuali e del principio di buona fede contrattuale. Le Poste sono tenute, quindi, a pagare l’importo per intero.